Durante la
sua permanenza a Venezia (1945/1953) Paolo Monti prende coscienza della
sua attitudine fotografica e dei possibili percorsi espressivi.
Le
fotografie di quel periodo rivestono quindi particolare importanza al fine
di un’esegesi sull’artista approfondita ed esauriente; ne presentiamo una
selezione tratta dal nostro Archivio limitata nel numero, ma, crediamo,
esemplificativa.
Tutte le
immagini sono antecedenti al 1950 e hanno come soggetto Venezia, causa
prima dell’ “innamoramento” di Monti per la fotografia.
Si può
notare come le riprese sfuggano dal bozzettismo e dalla “bella” veduta
indugiando piuttosto sulla forza espressiva di ogni elemento compositivo
talvolta ignorando le regole della “sezione aurea” come nella geniale
“Piazzetta San Marco”.
Nella
visione architettonica di Monti già s’intravede quel pensiero originale
che pone in evidenza, su piani differenziati, i singoli componenti
attribuendo loro pari importanza preludendo agli esemplari risultati che
il Maestro otterrà nel censimento dei centri storici, Bologna in
particolare, negli anni ’60 e ’70.
C’è poi il
soffermarsi sulla “texture” sfruttando particolari situazioni (ombre,
rami, ecc.) anche in questo caso anticipando "l’informale” degli anni
immediatamente successivi.
Infine una
rarità: una ripresa dalla soffitta di Cannaregio, atelier privilegiato di
quegli anni, interamente colorata a mano, testimonianza della prima
passione di Monti, la pittura.
During his years in
Venice (1945/1953), Paolo Monti becomes aware of his photographic talent
and the expressive possibilities of the medium.
The images of that decade
are therefore especially important for a deep and thorough understanding
of the artist.
A selection from our
archive is presented here, limited in number but very significant.
All photographs are
before 1950 and their subject is Venice, main reason to cause Monti to
fall in love with photography.
One can notice how the
shots shun sketchism as well as the search for a “lovely view” and focus
instead on the expressive power of each element in the composition,
ignoring sometimes its golden rules as in the brilliant “Piazzetta San
Marco”.
Monti’s highly original
thinking is already revealed in his architectural vision, in which single
components, placed on different levels, are equally significant.
An anticipation of the
extraordinary results he will reach in the 60s and 70s with the census of
Italian historical city centers, particularly Bologna.
Also noteworthy is his
handling of the texture (using shades, branches etc.), ten years ahead of
the “informale” artistic trend.
Finally, a rare gem: an
image from the Cannaregio attic, his favourite atelier of those
years, all coloured by hand, testimony to Paolo Monti’s first love,
painting.
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