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ARZANÀ

di Manfredo Manfroi ©

(Presidente del Circolo Fotografico La Gondola)

"... non permettere più oltre che la più bella e fotogenica città del mondo fosse priva di un sodalizio ove fosse possibile coltivare e far progredire la tanto discussa Arte Fotografica..."

Questa frase scritta da Gino Bolognini nel 1948 in occasione della fondazione della Gondola appare quanto mai illuminante sul rapporto intercorso sin dalla nascita fra il Circolo e Venezia.

Una osmosi esclusiva che, da un lato, offriva un "humus" di eccezionali occasioni fotografiche, dall'altro, restituiva di Venezia un'immagine finalmente non retorica e "sublime".

Questo spiega, in parte, le iniziali fortune della Gondola e il convenire in essa di tanti talenti fotografici desiderosi di cimentarsi con la monumentalità insigne tanto quanto con la Venezia minore, intrisa di di salsedine  e di mistero.

Un rapporto, rimasto inalterato attraverso i decenni, sia pure con varia intensità, sino a giungere a questa mostra da considerare innanzitutto come ulteriore testimonianza del legame fra la Gondola e la sua Città.

La scelta tematica è caduta sull'Arsenale per più di un motivo: l'importanza monumentale e l'originalità architettonica che ne fanno un esempio unico al mondo; l'altrettanto eccezionale ruolo nelle vicende belliche, industriali ed economiche della città; la scarsa accessibilità, infine, del complesso a causa dei noti vincoli militari che ne hanno limitato sinora una conoscenza più diffusa e approfondita.

Non si cerchi in questa mostra una risposta ad ogni quesito; non era possibile né c'era la volontà di farlo.

Le immagini sono perciò da leggere come testimonianza simbolica e stimolante per un approfondimento che chi vorrà, potrà proseguire per proprio conto.

Non si è nemmeno inteso entrare nel merito dell'annoso e controverso dibattito sull'uso e la destinazione dell'Arsenale per quanto si abbia la speranza che questo lavoro possa costituire, quanto meno, motivo di riflessione per tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'Arsenale e dell'intera città e per essi intendono operare con buona volontà ed autentico spirito di rinascita.

Manfredo Manfroi - 1995

13 ottobre -3 novembre 1995


A distanza di un decennio, riproponiamo  la mostra “ ARZANÀ “; fu il primo impegno collettivo del Circolo dopo molti anni non a caso dedicato a una delle realtà territoriali della città più complesse e dal destino controverso.

Ci sembrò utile “ fermare” negli scatti fotografici un assetto monumentale, industriale, storico che già allora era al centro di un accanito dibattito circa la sua sorte. Fra le tante ipotizzate : porto turistico, sede universitaria, museo, laboratorio di ricerca, contenitore di eventi culturali e così via.

L’utilità di questa “campagna” (furono circa cinquemila gli scatti effettuati da undici Soci in due giornate di lavoro ridotti poi al centinaio che proponiamo) aveva il duplice scopo di fissare in modo inequivocabile lo stato dei fatti e, con una certa dose di preveggenza di cui ci va dato atto, di poter rileggere a distanza di tempo la situazione di allora e confrontarla con l’attualità.

In dieci anni si sono fatti indubbi progressi e alcune porzioni del vastissimo complesso (quasi un sesto della città!) sono state restaurate ed utilizzate ma siamo ancora ben distanti da un riassetto organico e globale che costituisca il volano per il rilancio  di un intero sestiere, Castello, che proprio sull’Arsenale aveva fondato la sua economia sino agli anni ’60 e sia anche alternativo alla monocultura turistica che comincia a mostrare inequivocabili segni di usura .

Dal canto nostro, se ci verrà data  l’occasione, vorremmo  tornare sui luoghi fotografati per registrare i progressi e i miglioramenti di questo decennio ma anche, dove ci sia,  l’aggravarsi dei segni del tempo.

Un’operazione stimolante, effettuata senza polemica ma con lo spirito di portare un contributo positivo di conoscenza che naturalmente trascriveremo su queste pagine per quanti, cittadini in primis, hanno a cuore le sorti di un simile patrimonio di storia, di cultura, di lavoro.

Manfredo Manfroi - 2004

   
 

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