"La Gondola: Sessant'anni di fotografia a
Venezia"
Circolo "La Gondola" conclusione di
una microstoria
di Manfredo
Manfroi
©
(Presidente del
Circolo Fotografico La Gondola)
Gennaio
2007
Gli anni
problematici: 1975 – 1990
La crisi che sul
finire degli anni ’60 investe il Paese non risparmia, per quanto in
forma ridotta, la fotografia amatoriale, Gondola compresa; l’ondata
di contestazione sfocia in una diatriba che culmina nel memorabile
congresso tenutosi a Verbania nel 1969 nel quale vengono ad acceso
confronto i fautori di un “impegno” generico quanto velleitario
contro i paladini della “ bella fotografia ” avulsa da qualsiasi
contaminazione sociologica.
La Gondola aveva
già espresso i sintomi di una nuova osservazione indirizzata verso
aspetti della vita quotidiana – il lavoro, gli anziani, i più deboli
– in genere trascurati oppure descritti con accenti moraleggianti
e consolatori.
Interessante e
anticipatore appare il reportage di Toni Schena (“Zona industriale”
1965) nel quale è evidente la consapevolezza sulle condizioni
all’interno degli stabilimenti di Marghera; poco più tardi Etta Lisa
Basaldella (1973) descrive con accenti accorati la vita del
fatiscente complesso delle Terese mentre Giampaolo Zender annota
l’acuirsi dell’irrisolto problema abitativo in centro storico e
Tarcisio Conte racconta una situazione ai limiti dell’incredibile
nell’immediata periferia mestrina.
Un talento
sicuro appare Renato Brunetta che svincola il reportage dalla bella
forma per dar conto della routine quotidiana con sommessa quanto
autentica partecipazione.
I corsi di
fotografia tenuti a metà degli anni ’70 introducono nel Circolo
nuova linfa; sono alcuni giovani provenienti da Architettura,
tradizionale serbatoio della Gondola, che con lo sguardo educato
alla scuola dei vari Gregotti, Valle, Semerani si misurano con la
realtà urbanistica e architettonica, veneziana e non, fornendone una
visione rigorosa e poco appariscente.
In parte
l’ispirazione proviene d’oltre Atlantico dove si affermano i nuovi
paesaggisti – Baltz, Shore, Robert Adams, Gossage, Egglestone – alle
prese con le problematiche conseguenze dello smisurato inurbamento
del territorio americano.
Esemplari sono
le ricerche di Stefano Boscolo e Alberto Favaretto mentre Fabio
Scarpa si cimenta con situazioni surrealiste del tutto inedite.
Si va intanto
consolidando un nucleo di soci – Francesco Lattuada, Franco Furneri,
Sergio Moro, Manfredo Manfroi, Ezio De Vecchi, Massimo Stefanutti,
Pierocarlo N, Antonio Vianello – che garantirà sino al presente la
continuità del Circolo sia sul terreno produttivo che gestionale,
quest’ultimo sicuramente poco gratificante quanto necessario.
Pur ancorata
alla tradizione, la loro produzione sarà animata da autentico
spirito di ricerca fornendo in certi casi notevoli prove sul piano
espressivo e tecnico. |