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Venezia, un'idea di Carnevale

Espongono: Michele Bottega, Aldo Brandolisio, Tarcisio Conte, Patrizio Corrò, Ezio De Vecchi, Andrea Dri, Fabio Dri, Alberto Favaretto, Primo Ferrato, Thomas Klinger, Manfredo Manfroi, Sergio Moro, Pierocarlo N, Alessandro Rizzardini, Filippo Salvalaggio, Fabio Scarpa, Massimo Stefanutti, Walter Vitturi.

Non è facile compendiare in appena cinquanta fotografie un evento che pur affondando le radici nella tradizione settecentesca ha ritrovato consistenza qualitativa e risonanza internazionale solo a partire dai primi anni ’80.

Il perché della rinascita del Carnevale veneziano può essere attribuito ad una concomitanza di più fattori: l’unicità e la bellezza incomparabile del sito, la partecipazione dapprima dei residenti e successivamente di visitatori italiani e stranieri nella duplice veste di protagonisti e di spettatori ed infine il sottile gioco del travisamento, l’assunzione di nuove sembianze attraverso maschere e costumi via via più originali e creativi. Per ultimo, l’amplificazione che i media – televisione in primis – ne hanno dato in tutto il mondo.

Di questo passaggio attraverso gli anni da una manifestazione sommessa e riservata solo ai residenti ad evento di risonanza planetaria, le fotografie della mostra cercano di dar conto sia pure in estrema sintesi.

Così, si è cercato di raccontarne le radici risalenti alla commedia dell’arte con le sue maschere tradizionali, il rapporto del tutto originale con l’acqua e le imbarcazioni, la predisposizione della città ad accogliere spettacoli, performances e semplici maschere non solo nei siti monumentali come la Piazza ma anche nei luoghi più decentrati e remoti altrettanto ricchi di bellezza e di un fascino spesso sottovalutato.

Ed anche il suo svolgersi negli straordinari interni dei palazzi, nei caffé storici, in quella magnificenza nascosta spesso preclusa ai più, residenti compresi.

Infine, come non dar conto del Carnevale notturno con il vortice dei colori e delle sete, con le sue piccole trasgressioni, cercando di rendere l’idea della “licenza”, l’allontanarsi cioè, sia pure per pochi giorni, dal grigiore della routine quotidiana per darsi un’apparenza straordinariamente originale quanto effimera.

E’ ben vero che nelle ultime edizioni c’è stata quasi una pianificazione della festa, piegandola alle esigenze del profitto e togliendo quel tanto di improvvisazione e di spontaneità che era stato il vero volano della sua riscoperta.

Ma queste fotografie vogliono proprio condurre a riflettere sulla possibilità che il Carnevale, senza precludere ad alcuno la partecipazione e il godimento, torni ad essere un evento più essenziale, un rapporto di vera simbiosi con il tessuto cittadino e con chi lo abita.

Rimane in ogni caso una manifestazione unica al mondo in cui tutto concorre a rinvigorire quell’ideale di bellezza e di arte di cui la società contemporanea avverte così tanto il bisogno.

 


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