Venezia minore.
Si tratta di appunti veloci, tra i tantissimi
del Monti della prima ora, scattati non con la
Rolleiflex ma con un più modesto apparecchio (forse
24x36), sviluppati e stampati con ogni probabilità
presso il laboratorio del fratelli Mattiazzo in calle
dei Fuseri a Venezia (da poco cessato).
In questo caso, è interessante notare (siamo
nell'immediato dopoguerra) il permanere di una vita che
segue i ritmi di un'economia tradizionale, senza le
convulsioni e le invadenze del turismo d'oggi.
Ricerca.
Presentiamo alcune immagini di Paolo Monti fatte
nell'atelier del cognato Carlo Cocquio, pittore di
ottima qualità e padre della sua modella preferita, Meme
o Mariel.
Pur trattandosi di scatti in assoluto disimpegno,
possiamo notare la costante attenzione sulla
distribuzione della luce
(specie sul modellino della Venere) che per Monti
costituirà motivo costante di ricerca e base essenziale
del suo lavoro nelle riproduzioni d'arte.
Tra queste, ricordiamo in particolare la Pietà Rondanini
che rimane forse il suo capolavoro.
Borghi sulle rive d'acqua
Tra i tanti lavori dedicati ai centri storici minori,
abbiamo tratto dall'Archivio alcune immagini dedicate
alla città di Sirmione, Pellestrina, e forse, Peschici.
Di questi, a Monti interessava soprattutto
l'intersecarsi dell'architettura minore, spesso
edificata senza un vero progetto complessivo, e in
questa la traccia del trascorrere del tempo letta sulle
pietre secolari e sulle sbrecciature di intonaci e
mattoni.
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