Si avvicina alla fotografia come
autodidatta ma la pratica si fa più assidua a partire dal 1954 dopo aver
incontrato Giorgio Giacobbi che lo invita a frequentare la Gondola. Qui
incontra Gianni Berengo Gardin con il quale dividerà numerose esperienze
fotografiche fra cui un significativo viaggio nel Sud d’Italia
determinante per la sua formazione stilistica. Altrettanto importante è
la lezione di Paolo Monti cui indirettamente si ispira, specie nei toni
bassi e contrastati di molte immagini. Lascia la Gondola nel 1961 e dopo
qualche anno passa al professionismo orientandosi nel campo delle
riproduzioni d’arte e dell’architettura; inizia nel contempo la
sistematica documentazione del territorio veneto che darà luogo a
numerosissimi volumi fra i quali ricordiamo: “Asolo”, “Venezia, un
popolo della laguna”, “Il Sile”, “La terra di Giorgione”, “Colli
Euganei, il canto e il silenzio”. Nella produzione editoriale ma anche
nelle immagini più strettamente personali Bruno trascende
l’“illustrazione” letteraria e arcadica del paesaggio per restituirci
grazie a uno stile sorvegliato, a un prezioso dosaggio dei toni e dei
chiaroscuri, l’incanto magico dei borghi, il fluire delle acque sorgive,
la quiete della campagna veneta, una rivisitazione insomma delle nostre
radici che oggi alla luce dell’inurbamento e del progresso industriale
appaiono quasi del tutto stravolte o compromesse. Nel 1959 viene
insignito dell’onorificenza di A. FIAP e nel 1988 di quella di MFI; nel
1998 diviene Socio Onorario della Gondola. Sue fotografie sono
conservate in molte collezioni pubbliche e private in particolare, per
iniziativa di Carlo Ludovico Ragghianti presso il Museo d’Arte Moderna
di Pisa. Poche, purtroppo, le immagini presenti nell’Archivio Storico
della Gondola. Bepi Bruno è scomparso il 10 settembre 1999 a Mestre dove
aveva sempre vissuto. |