Il commento  



 

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IL PROFILO DELL’INFINITO

di Manfredo Manfroi ©

(Presidente del Circolo Fotografico La Gondola)

 Espongono:

Andrea Avezzù, Enrico “Gigi” Bacci, Francesco Barasciutti, Gian Lorenzo Bigaglia, Pier Giorgio Bonassin, Lorenzo Bullo, Gian Pietro Cadamuro Morgante, Toni Del Tin, Libero Dell’Agnese, Sergio Del Pero, Ferruccio Ferroni, Federico Gasparottto, Giorgio Giacobbi, Manfredo Manfroi, Carlo Martignoni, Mario Mazziol, Paolo Monti, Sergio Moro, Carlo Nason, Giorgio Nicolini, Fulvio Roiter, Lucia Sisti, Massimo Stefanutti, Fabrizio Uliana, Vito Vecellio, Antonio Vianello.

Lo scintillio dei ghiacciai, il fluire delle acque sorgive, le vette incontaminate, il duro lavoro nelle malghe, le fienagioni, il ripetersi dei riti e delle tradizioni ma anche l’incalzare della modernità in un mondo, quello della montagna, apparentemente immutabile ma in costante evoluzione.

Di tutto questo danno conto le cento fotografie scattate da alcuni fra i più celebrati autori del veneziano Circolo La Gondola che a dispetto della “quota zero” ha sempre nutrito un interesse speciale per la montagna, specie quella cadorina, avvertendo i legami storici e ideali con la città lagunare.

Fotografie che si fanno apprezzare, ma portano anche a riflettere sui cambiamenti avvenuti nell’arco di quasi sessant’anni, tanti quanti la vita del Circolo. Uno scorrere a ritroso sul filo della memoria e della nostalgia, un’occasione di confronto con il presente e di speranza per il futuro.

·         La mostra, composta di un centinaio d’immagini scattate in un arco di quasi un sessantennio, è un’iniziativa congiunta fra l’Amministrazione della località cadorina e il celebre Circolo Veneziano; oltre alla qualità estetica, l’antologica vuol porre in evidenza i legami ideali e affettivi che, a dispetto della “quota zero”, intercorrono fra Venezia e la montagna, in particolare quella cadorina, e quelli del sodalizio veneziano che fra l’altro ha annoverato ben tre suoi Presidenti d’origine montanara e/o bellunese (Paolo Monti, Giorgio Giacobbi, Manfredo Manfroi).

E’ abbastanza inconsueto per un sodalizio come la Gondola presentare un’antologica sul tema della montagna; sin dalla fondazione il Circolo ha legato le sue fortune all’immagine di Venezia di cui diffuse una visione meno legata allo stereotipo del sublime ma più vera ed autentica grazie alle qualità interpretative di moltissimi suoi fotografi fra i quali Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Bepi Bruno, Sergio Del Pero e molti altri.

Tuttavia, anche la montagna ha rappresentato un soggetto non secondario nell’attività della Gondola; d’altro canto la tradizione della fotografia di montagna ha in Italia lontane radici che affondano sino agli inizi del ’900 coincidendo con le grandi esplorazioni e le ardite ascensioni in cui si distinsero Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi e Vittorio Sella.

Entrambi fornirono una documentazione suggestiva e rigorosa di ambienti impervi, per quel tempo assai remoti, a dispetto dei limiti tecnici dei materiali e della complessità delle attrezzature di ripresa.

La Gondola, nata nel dopoguerra quando già si poteva disporre di strumentazioni più agili e maneggevoli, ha fornito della montagna non più una versione documentaristica o celebrativa ma un approfondimento dei tanti punti di vista ed argomenti che un territorio così articolato può suggerire : le bellezze naturali, il duro lavoro nelle malghe, le fienagioni, il ripetersi dei riti e delle tradizioni.

L’abbattersi delle calamità spesso fulminee quanto immani (si pensi al Vajont) ma anche l’incalzare della modernità e della pratica del turismo entrambe destinate a modificare un mondo spesso considerato immutabile.

Di tutto questo la mostra esprime una sintesi, né poteva essere altrimenti considerata la vastità degli argomenti trattati; è anche interessante osservare come ogni autore dia della montagna un contributo stilisticamente e concettualmente diverso: la solennità e la visione classica di Carlo Martignoni e Lucia Sisti, la durezza della vita quotidiana sottolineata dai neri profondi di Sergio Del Pero, la cerebrale visione di Paolo Monti, l’osservazione ironica e nostalgica di Giorgio Giacobbi.

E’ dato conto non solo dei risvolti suggestivi, della grandiosità degli elementi naturali ma anche degli avvenimenti, degli usi e delle pratiche lavorative ormai tramontate, di una quotidianità spesso difficile che porta talvolta all’isolamento e alla solitudine.

In linea generale, nelle opere dei ventisei autori presenti, sintesi di un sessantennio d’attività del sodalizio veneziano, è possibile individuare il particolare rapporto di ognuno con la montagna ma anche percepire la qualità estetica comune che è base imprescindibile e rigorosa dell’attività del circolo veneziano.

 Il Circolo la Gondola è, storicamente, il più importante sodalizio fotografico italiano; fondato nel 1948 da Paolo Monti, la figura di maggior spicco nella fotografia italiana del secondo dopoguerra, si distinse subito per la novità del suo messaggio tanto da essere riconosciuta in Europa come “l’école de Venise”.

Sotto la guida di Monti si formarono nella Gondola alcuni talenti che avrebbero avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione del pensiero fotografico nazionale: Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Giuseppe “Bepi” Bruno, Elio Ciol, Sergio Del Pero.

Accanto alla produzione fotografica la Gondola fu promotrice di un’intensa attività espositiva che specie negli anni ’50 portò a Venezia la migliore fotografia internazionale; fu l’epoca delle grandi Biennali della Fotografia che fecero conoscere per la prima volta i fotografi della Magnum, di Vogue, della FSA, artisti come Man Ray, fotografi come Robert Capa, Arnold Newman, André Kértesz, e tanti altri.

Nel presente la Gondola mantiene intatte le caratteristiche produttive di un tempo concentrandosi soprattutto sulle mutazioni architettoniche e territoriali di una realtà problematica e complessa come quella veneziana; nel contempo ha avviato da circa un decennio il recupero dei fondi fotografici degli ex soci, spesso destinati alla dispersione alla distruzione raccogliendoli in un Archivio Storico, attualmente collocato presso il Museo Fortuny di Venezia, che conta più di diecimila stampe moltissime delle quali di assoluta rilevanza storica e artistica.

luglio 2005


La Gondola’s mountain photography

Glistening glaciers, spring waters, rising peaks, hard work and harvesting in Alpine pastures, surviving rituals and traditions as well as urging change in the world of mountains, apparently unchanged but actually in constant evolution.

All these aspects are reflected in the hundred images by some of the most celebrated photographers of the Venetian Circle La Gondola. The Circle has always harboured a special interest for the mountains, especially those of the Cadore area, and felt their historical and ideal ties with our city on the water.

Not just  beautiful images but also an invitation to reflect on the changes that have taken place in the last sixty years, our Circle’s life span so far. A journey into remembrance and nostalgia, an opportunity to look at the present and hope for the future.

   
 

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